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lunedì 19 aprile 2010

Felici dei torti passati:non sono nulla in confronto al creato!

Tre considerazioni che valgono oro, ascoltate di recente. La prima considerazione, la più importante. Bisognerebbe fare un percorso interiore, molto importante e difficile, affinchè si possa riuscire ad essere felici, soddisfatti per i torti subiti. E' un concetto che, da solo, basterebbe per fare una lunga riflessione. Comunque, per farla veramente breve, riuscendoci si otterrebbe una duplice pace interiore: la prima per sobbarcarci anche noi qualche piccola miseria che il mondo deve per forza distribuire: se un pò ce l'accolliamo noi ne resta meno per gli altri. Quindi è come se facessimo del bene per gli altri e per il mondo intero. La seconda è che non si vivrebbe più angustiati ma saremmo felici. A tutto vantaggio della nostra salute. Il secondo concetto è, allo stesso modo, molto importante. Bisogna dare peso al presente ed al futuro non considerando il passato, anche se difficile a dimenticare completamente. In un'ottica di miglioramento continuo od almeno di tentare un percorso in questo senso, occorre ripartire sempre da ora, dal presente, da domani e dal dopodomani, mai da l'altro ieri. Perché oggi posso anche essere una persona diversa, più evoluta od almeno anelo a farlo. Ed infatti le persone che vivono ancorate al passato e che tutte le volte lo rimettono in campo e lo ricordano sempre, magari prendendo a spunto le cose che fanno comodo solo a loro, tralasciando le altre, sono le più antipatiche e poco produttive anche di sentimento, di considerazione per l'altro e meno disposte a perdonare. L'ultimo concetto veramente importante e che ci ricollega anche allo spirito che questo blog ha sempre cercato di portare avanti è di portare rispetto ed anzi di cercare di migliorare tutto il creato, quello che ci abbiamo trovato tutti e che non sappiamo da dove viene. E quando si parla di creato si parla di terra, di piante e soprattutto di animali. Che hanno le loro esigenze, i loro costumi il loro carattere ma che vivono in perfetta armonia con tutto quello che li circonda e che considerano un regalo immenso. Mi viene in mente una trasmissione di qualche giorno fà che diceva, tra molto altro, che il gatto ha il suo carattere, le sue abitudini, la sua mania di marcare il proprio pezzetto di territorio e si offende anche molto quando viene rimproverato in certi modi perché considera alcuni di questi metodi come un'offesa atavica. Ma poiché non si ribella ed anzi, dopo un pò, ha bisogno, bene o male, di ristabilire un rapporto anche con l'uomo, ritorna a miagolare, a reclamare un pò di cibo e soprattutto a reclamare qualche carezza. Molto probabilmente lui ha già assimilato il concetto di rallegrarsi dei torti subiti, come di quella cattiva abitudine di sterilizzarlo appena assume una minima maturità sessuale. Ed in questo caso è l'uomo che non rispetta l'ultima raccomandazione di rispettare il creato. Anche perché non si domanda mai: chi mi ha dato quella pianta,quella bestiola,quel fiore magnifico?. Se qualche volta lo facesse sarebbe sempre molto allegro e meno ostile. Anzi passerebbe quasi tutto il suo tempo a sorridere stupefatto. Ma non è una predica, perché io sono ancora rimasto a rimuginare sui torti che mi sembra di aver subito.Povero me, non sono neppure metà strada.
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